Oggi causticissima ha consegnato la domanda di laurea, tristezza a palate. Ero così inconscia di quello che stavo facendo che per l’emozione ho sbagliato la mia data di nascita, il numero di matricola e il nome del corso di laurea… i fatti si commentano da soli e sono confermabili da Elenuti. Non credo che tutti gli studenti la vivano come me, tanti sono così nauseati dall’esperienza universitaria che non vendono l’ora di andarsene, ma io non avrei voluto. Cioè, una parte di me non avrebbe voluto mentre l’altra parte non vede l’ora di poter essere indipendente.
Mi ricordo il primo viaggio Udine-Trieste, ero in macchina e piangevo, invece ora che penso a quando dovrò sbaraccare l’unica stanza al mondo con tre porte, mi prende male.
Di Trieste ricorderò sicuramente il molo audace, con le montagne alle spalle e il sud che non punta verso il mare; ricorderò ponte rosso in inverno con il suo dromedario dentro un capannone; la casa delle bisse e la signora dai gusti orridi. Il BARdelleLESBICHE che nessuno ha deciso che si chiami così ma per tutti è e resterà il BARdelleLESBICHE e i bus, cazzo, di Trieste mi ricorderò i bus.
Il Bus la mattina alle 7 perché alle 8 avevo lezione di diritto privato o di diritto internazionale, talmente pieno che non serviva che ci si appendesse da nessuna parte… non era possibile cadere. E le vecchie agguerrite perché la 17 o la 17/ è piena e loro devono comprare la frutta fresca al Despar, che si preparano 2 fermate prima davanti alla porta e per essere sicure di riuscire a scendere ti chiedono infastidite: “la scendi?”. Quelle che si incazzano perché non riescono ad entrare, tanto che una volta una ha fermato un bus e ha minacciato: “la guardi che stago qui finchè no salgo sa?!” o qualcosa del genere in triestino. Mi ricorderò molto bene anche il fenomeno del piazzamento dell’ascella ad altezza naso: una goduria per i nani come Causticissima. Potrei parlare ore di bus, controllori, puzza ecc…
Poi mi ricorderò il dipartimento di fisica dove ho passato tanto tempo ed in cui ogni volta che entravo dicevo: “c’è odore di Fisico!” E Kerti, rosano, l’appartamento di via Nobile. E’ stata dura chiudere anche con quello, col Barbaro e il rito, il Monta e le sue lezioni di ittita, storia del grano e della Compagnia delle Indie, Enrico col suo tonno delfino-free, Franz e la sua cartina del FVG con la scritta “venezia giulia” coperta da un foglio e Luomo che è diventato ex-Luomo. Via nobile la ricorderò molto bene anche per Ariana, come la chiamavano in appartamento, perché anche dopo tutto quello che è successo le voglio bene ma so che certi rapporti sono irrecuperabili. E Isa, Eleonora e Marzia… Ricorderò anche lo Jager e quella sera al triskell in cui ho realizzato che idromele e spade medievali non sono una bell’accoppiata.
E poi ricorderò la facoltà. In primis LaCompagna, che mi ha sopportata 5 lunghissimi anni soprattutto nei momenti pre-esame in cui scleravo e durante le ripetizioni cominciavo a divagare proponendo assurdità dal dubbio gusto. La stessa che durante le lezioni mi regalava perle del tipo Io: “ah ma prendi appunti?brava” lei:“no, sto cercando di scrivere l’alfabeto con la mano sinistra!” ecc ecc.
In facoltà ricorderò anche Frederaich e le sue assurdità quotidiane, Papà e il suo buon senso proporzionale al tasso giornaliero di propensione alla Cazzata, e Max a cui una volta ho detto che in Grotta non ci andavo perché era troppo truzza ma che andavo in TNT =). Il pifferaio con le sue lezioni di musica classica, e DolceMoira coi suoi spritz, i tenerelli, i suoi sorrisi e i gridolini ma soprattutto tanto affetto-affettato. Il Barone rosso per le passeggiate serali e i piani sovversivi di pseudo partiti. Stefanio, i suoi ricci e la passione per i ciccioni che corrono. Mauretto e lo studio a pagine alterne con un culo che non finisce più. Elenuti e le sue approvazioni sulle nuove relazioni sentimentali e Miriam che se ne prende le colpe =) .Mauro w e le normalizzazioni, Mauricio e la serata ufo in viale con annesse premonizioni, Raffo con Donato Mitola, la serietà del friulano d’altri tempi e gli sprazzi di pazzia. La Fede con la sua gelosia verso Graziano, la bici col fiocco rosso, e l’iPhone. Kappa e i paper infiniti. Maver e la fissazione per gli zombie. Landi e i suoi fantastici giochi di parole.
E poi un capitolo a parte lo dedico al Dott. L’uomo che non avrei pensato di incontrare e che ho incontrato. L'uomo che ho stolkato con Dolce M. cantando “pompo nelle casse” al suo citofono rotto e che mi ha fatto scoprire i Pearl Jam. L’uomo che parte e che poi non parte mai ma che un giorno so che partirà e gli vorrò bene ancora di più perché ha le idee chiare e persegue i suoi obiettivi. L’uomo sotto la cui finestra un giorno mi sono palesata con un mazzo di tulipani gialli, un braccialetto e il fiato per cantargli una serenta che però non è andata a buon fine dato che il solito vecchio di turno, interessato ai movimenti sotto casa, mi fissava con fare incuriosito e mi ha bloccato il progetto!
Ma soprattutto mi ricorderò del fenomeno della pioggia orizzontale e il cimitero di ombrelli nei cestini della città.
Un grazie a tutti, anche quelli che non ho nominato perché siete tanti e se ho dimenticato qualcuno non abbiatemene… dovrei scrivere la tesi, parlare di crisi del debito greco e menate varie ed in realtà sono qui a dirvi, in modo davvero poco caustico, che vi voglio bene!
Un abbraccio da Causticissima.