La cosa bella della poesia è che una volta scritta ognuno di
noi ci può vedere quello che vuole. La stessa persona in momenti diversi della
sua esistenza percepisce le medesime parole attribuendo loro altri significati.
Ad esempio ieri si parlava di gatti.
Se chi legge ha avuto un gatto ed è una donna, almeno una volta nella vita avrà provato quel dolore lancinante provocato da un gatto che decide che
il tuo seno è il suo selciato: tutto il dannato peso della bestia impresso su
di un unico punto.
Ecco, discorrendo a tavola di questi argomenti di altissima
levatura morale ed affrontando un’importante problematica sociale, a Causticissima
è venuta in mente questa poesia di Brecht:
[Quello che in te era
altura]
Quello che in te era
altura
lo hanno spianato
e la tua valle
l’hanno interrata.
Sopra di te passa
una strada comoda.
Ora, già la natura a volte è
parca, se in più tu, gatto, spiani le causticissime alture costruendone una
strada comoda, stai attento a quello che trovi nella ciotola la prossima volta
che pranzi, perché si sa che i casi sono due: o lo fai con dolo o con colpa
grave.
ZAN-ZAN-ZAAAAAAN.
A presto,
Causticissima