domenica 5 aprile 2015

Otto per cinque, due e nessuno – Incrinatissima

Caro abbandonatissimo Causti lettore,
mi chiedo che cosa hai fatto tutto questo tempo senza la voce narrante di questo blog. Te lo dice lei cosa hai fatto: hai cazzeggiato! Ecco, spendiamo due parole sul tempo libero che hai sputtanato. E adesso non fare quella faccia come a dirmi “che insolente!” sostenendo – senza lo straccio di un'argomentazione valida - che non lo hai sputtanato, perchè non ti crede nessuno. Puoi essere sincero con me, noi lo sappiamo quanto tempo hai passato davanti ad uno smartphone guardando video su youtube o altre facezie del genere, durante questi mesi.

No no, non sei tu. Sono io – e non ci stiamo per lasciare - Parliamo di depressione.
Oddio che brutta parola.
Parliamo di apatia.

Parte col pistolotto
“L'abitudine è la più infame delle malattie...” e ti credo. La sapeva lunga la Fallaci. L'abit-Udine. Abitare a Udine non è facile per nessuno. Seguono moralismi ed indici alzati in segno di rimprovero. Insegno di rimprovero? Ah mi vuoi insegnare ad auto-rimproverarmi. “solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica”.
Forse è questo... non è l'abit-Udine.

Però.
Però, come diceva quella pubblicità di un medicinale antidiarroico (quanta poesia): Quando l'apatia ti soprende, soprendila con Cultura.

Di recente ho ricominciato a leggiucchiare. È stato come bere acqua dopo mesi di succhi di frutta. Se avessi continuato, prima o poi mi sarebbe venuta la cistite (quanta poesia, il ritorno). Insomma buoni succhi di frutta, zuccherati ecc ma sono artificiali.

E così le nostre vite da ufficio. Patinate, remunerate (non sempre) e artificiali.
Voglio dire, cos'è NORMALE?
Normale è rientrare nelle norme del vivere comune e condurre una vita. Punto. Una vita come?
Otto per cinque, due e nessuno?!
Otto ore per cinque giorni, due di riposo e nessun interesse?!
Magari una famiglia da accudire? No grazie.

Queste vite senza crescita.
Un'esistenza passata a cercare di evitare delle sofferenze, vivendo di piccole sofferenze quotidiane. Lo so che non mi sto spiegando. Dovrei scrivere un post lunghissimo che non interesserebbe a nessuno e questo è già abbastanza sconfusionato. Sono come la zuccheriera di Mago Merlino “senti zuccheriera, sei insopportabile, quel servizio da tè è già abbastanza incrinato”.

Incrinatissima.
Insomma trovatevi una passione. Ma non quelle brutte robe scelte a caso che poi vi servono solo a ciarlare con gli amici inanellando citazioni di esperti del settore. Ecco quello non è una passione, quello è scegliere un egocentrismo. Dico quelle cose che vi piace fare davvero quando non avete una minchia da fare. Anche cose semplici.

Ecco facciamo un esempio di outing. Anzi, di dentring... di dentring guardando outing: a me piace guardare le nuvole. Incrinatissima aka Nuvola che Corre.

Lo so che è da frikkettona figlia dei fiori ed è una cosa fondamentalmente inutile vista da fuori ma io posso dire che sia una mia passione. Adesso non diventerò tipo i fanatici americani che pur di dimostrarsi di avere veramente quella passione lì fanno cose pazze tipo, se sono fan(atici) dei fumetti si sparano qualsiasi tipo di evento a tema, vivono in una casa tappezzata di spezzoni di giornalini, ad halloween si travestono da -inserire nome del personaggio del caso – ecc.ecc.
Però è una cosa a cui torno sempre. Mi aiuta a pensare.

Vi sto confondendo eh? Dicevo, di recente ho ricominciato a leggiucchiare e sono rinsavita. Allora mi sono chiesta come facciano alcune persone a vivere quelle esistenze ai miei occhi senza significato in cui il loro unico scopo è: andare avanti. Che siccome non si ha tempo allora non ci si coltiva. Praticamente si passa una vita a cercare di mantenersi in vita, senza preoccuparsi di come. Ed è lì che si sputtana il tempo.

Sei stanco e allora invece di leggere qualcosa, guardi la tv ma non vuoi guardare documentari o qualcosa che ti aiuti a crescere. Sei stufo, lo so, hai lavorato tutto il giorno. Ti guardi l'isola dei famosi o qualcosa di leggero. E spegni il cervello.

Non so, se per te questo è un vivere normale? Per me non lo è. Normalità no grazie. Nel senso meno finto-anticonformista del caso.

Per me normale è avere la consapevolezza che la “somma dei giorni”, tanto per citare la Allende, finisce. E se durante quegli 1+1+1+1+1+1+1 ecc, hai continuato a fare cose senza sapere perchè le stavi facendo beh, un giorno guardando indietro ti chiederai: macheccazzoèsuccessoinquestianni?

Dai ho finito il pippozzo.

Ah si... volevo anche dirvi che mollo tutto e parto per il Canada.

Chiaramente la prima cosa che farò appena arrivata sarà farmi un mega tatuaggio con scritto “Nuvola Che Corre”. Tanto per non smentirsi.


A presto Causticissima.


Udine, ricordiamola così: soleggiata. Evento storico.