sabato 27 settembre 2014

IL TRIO STRANEZZA. Special Guest: l'uomo che puntava verso sud

S’aggiravano indisturbati in croati fine settimana estivi: Vladiza, Lauriza e Caustiza. Loro tre assieme ad un pesco. Un pesco nano. Sì, l’albero. Una presenza scomoda. Viaggiavano attraversando frontiere mentre Lauriza mandava italianamente a quel paese ogni rappresentante della frontiera croata che chiedeva loro i documenti.

Si dirigevano verso spiagge croate portando con loro la loro italianità: risate, schiamazzi e disturbo della quiete austriaca. Ad attenderli dieci presenze silenziose subito interrotte da tre rumoreggianti.

C: vieni che l’acqua è fresca si sta bene....
Vladiza raggiunse Caustiza, ormai già a dieci metri dalla riva e rivolgendosi verso Lauriza....
V: Luriza dai raggiungici si sta benissimo!

Un austriaco si schiarì la voce già stanco della loro ingombrante italianissima presenza.

Assieme ad altri 8 compagni, abbarbicato sugli scogli, si trovava un austriaco esemplare sdraiato su di un lettino portatile all’ombra di un ombrellone targato SevenUp. Croati i suoi supporti, austriache le sue origini. Era presumibile che colei che gli giaceva al fianco fosse la moglie, sbracatissima donna dall’eleganza discutibile, godeva anch’ella del refrigerio di quell’ombrellone.

Il sole batteva tenue al mezzogiorno di un tiepido agosto ed il mare era fresco come solo i mari contaminati da acque fluviali possono essere. Intorbiditi dai rigagnoli di acqua dolce intenta a mischiarsi all’acqua marina. Sugli scogli un formicaio di granchi si nutriva delle alghe che vi crescevano. Come cinesi, con le loro bacchette si portavano il cibo freneticamente alle boccucce e lui ne era affascinato.

Si alzò col fare di un biologo interessato a comprendere ogni movimento di quella periferia del mare. Nell’intenzione di imparare ogni singolo gesto di quella comunità, se ne stava proteso verso l’avanti come a formare un angolo retto. Questa volta l’ombra gli venne regalata dall’ingombrante cappello da cowboy che indossava. Ma ancora non ne aveva abbastanza di quello spettacolo e oramai accovacciato, continuava a puntare verso sud. Egli era un uomo dai bizzarri costumi, anzi dai costumi inesistenti. Così interessato alla natura da volerne fare parte, praticamente un naturista.

Il trio stranezza, dalle italianissime abitudini, a stento riusciva a distogliere lo sguardo da tale spettacolo. Un interesse verso la natura quasi ricorsivo. Loro guardavano lui che guardava i granchi che probabilmente guardavano le alici. Il tempo scorreva veloce in quel continuo vagare di sguardi ma il trio stranezza poteva ugualmente scandirne lo scorrere con il solo ausilio di quel, seppur timido, sole e dell’austriaca meridiana.

Sì, quella meridiana a loro così utile ed allo stesso tempo così scomoda, lasciata immota alla mercè della gravità che poco indulgente continuava a rendere l’austriaco avventore una continua conferma della precisione del suo popolo. Ad esempio, se qualche sprovveduto avesse potuto chiedersi da che parte fosse il sud, egli gli avrebbe reso quel, seppur piccolo, servizio senza il minimo sforzo. Un austriaco servizietto.

I suoi spettatori però non ebbero cortesi riflessioni riguardo a tutta quella situazione ed anzi pensarono:

Senti bello, punto uno dì a tua moglie o chi per lei, di chiudere le gambe che fa corrente e punto due, sì, noi saremo italiani schiamazzanti ma voi siete nudissimi austriaci e si da il caso che il sud sappiamo benissimo dove si trova.


A presto, 
Causticissima.

giovedì 25 settembre 2014

PORDENONEGREGGE (PNG) – strapuntini ed omonimie


PordenoneLegge, per gli amici PordenoneGregge per via delle difficoltà di deambulazione delle strade in quei giorni, è quell’annuale manifestazione in cui gli autori incontrano i propri lettori e indovinate un po’ dove. Adesso non staremo qui a leggere che Causticissima ha rivisto amico-Bergonzoni e facendo la fila per i biglietti ha visto passare Augias diretto verso il suo signing e Capello e la Tamaro discorrere di poesia e infanzia e Sgarbi fare il cabarettista ad una sedicente Lectio Magistralis. Causticissima ha visto cose che voi lettori… avete visto uguale, lo so. Ecco, queste cose non ce le racconteremo.

Invece, siccome sappiamo che siete affezionati alle disavventure di Causticissima e alle sue digressioni fuori luogo, parliamo di tutt’altro. Consensi della platea.

STRAPUNTINI
Siamo al Teatro Verdi a vedere Sgarbi. Vedere è un eufemismo perché abbiamo beccato i posti sfigati della terza galleria che ci comunicano chiamarsi: strapuntini. Strapuntini, sì, quelli di censura se paghi il biglietto (non era questo il caso) per vedere il nulla. La rappresentazione teatrale dei buchi neri.

Sgrabi parte con il suo cabaret. Dovrebbe parlare de Il Pordenone ma non facciamo i pignoli adesso. Inanella una "perla" dopo l’altra. Il pubblico si sganascia, Causticissima si sganascia ma per gli strapuntini (leggasi imprecazione) Sgarbi è radiofonico. Lo sentiamo e basta.

A quasi un quarto d’ora dalla fine delle trasmissioni comincia a vibrare il cell de LaMadre che, per rendere meno radiofonica la lectio, è ormai seduta sui grandini della scale e dista 3 o 4 metri dalla borsa, ancora posizionata sugli strapuntini (vedi sopra) di tutti (Paganini-non-ripete). Causticissima per evitare di disturbare il prossimo, prontamente recupera la borsa e ne estrae il rumoroso aggeggio. Ella tuttavia è dimentica di stringere ancora nella mano sinistra il suo Causticissimo Telefono che ora nel trambusto CADE rovinosamente scivolando due gradini sotto di lei.

STRAPUNTINI (leggasi, sapete già cosa)

Si girano tutti gli strapuntini e la terza galleria. Causticissima, un po’ imbarazzata, gesticola delle frasi del linguaggio non verbale come a dire:

Scusate.
Capita!
Eh, la gravità, questa sconosciuta!
Oh, rigà, capita a tutti che mi guardate a fare?! Mai visto un telefono che cade?

Gesti che non sortiscono effetti e che anzi si concludono con l’arrivo del responsabile della sicurezza che rimane i seguenti 10 minuti a vegliare sulla persona di Causticissima come a chiedersi: ce la farà a sopravvivere se me ne vado?

Strapuntini (e cosa ve lo dico a fare?)

Segue risata incompresa di Causticissima

CASI DI OMONIMIA
Questa volta siamo a vedere la Tamaro e Capello. Li vediamo da fuori le transenne del capannone dove si tiene l'incontro perché è già pieno ed in ogni caso siamo di passaggio, stiamo andando ad un’altra conferenza. Causticissima si gira e vede confabulare tra loro due megliette gialle: i pastori di PordenoneGregge. Vede solo il ragazzo che ha scritto proprio sul petto ad altezza del cuore: Angelo Custode.

Pretzdavemivi (cit.) Causticissimi pensieri:

Pensa che organizzati che sono qui a PNG!Hanno fatto le magliette personalizzate. 
(pausa di riflessione)
E se lui non fosse venuto? La maglietta a chi sarebbe andata?  
(si sofferma a pensare ad eventuali modalità di risoluzione dell’annoso problema)
Certo che però i genitori a volte sono perfidi eh… a dare i nomi che formano un senso compiuto. Tipo quando lavoravo alle casse, quel tizio a cui avevo chiesto il documento perché doveva pagare con carta di credito: Primo Violino. Che cattivi!
No, aspetta, angelo custode è la funzione. Come l’anno scorso. Annoso problema sì certo...

Seguono grasse risate di Causticissima e la sua combriccola per i continui casi di omonimia riscontrati nelle vicinanze. Uomini e donne, tra le altre cose.

Comunque in realtà ha ragione Noisexplosion: i signori Custode, all’epoca, c’hanno dato dentro di brutto!

A presto,

Causticissima. 

martedì 23 settembre 2014

PS. SF-AMAMI!

Sono le 6.30 e Lauriza si sarà appena svegliata. Vi siete salutate 6 ore e mezza fa precise-precise.

Ti ha sfamata tutto il giorno. Proprio mentre i suoi due specchi ti dicevano che forse-forse è il caso di moderarsi visto che stai assumendo la forma di una pera e quando hai chiesto conferma a LaMadre lei ha dichiarato convinta: “mah… no… ieri eri peggio!”

Chissà. Chissà se Lauriza è stanca. Ieri l’hai tartassata tutto il giorno per cui c’è una buona probabilità che lo sia veramente.

Ieri. Ti ricordi di ieri? Ore 16.00…

L: Ma lo vuoi un caffè?
C: No-no, grazie.
L: Sei sicura?
C: Si dai, sono sicura.
L: Ma sicura-sicura?
C: No, grazie davvero.
L: Io fossi in te un caffè lo berrei. Io (pausa) se fossi in te (pausa convincente) berrei un caffè!
C: Beh vabbè dai… un caffè me lo bevo.
L: E la fetta della torta di Vladiza? Che poi se torna a casa che non l’ho mangiata si offende. Io lo so che si offende (pausa convincente) lui non lo dice ma io lo so che si offende!

Sì, te lo ricordi. E ti ricordi di quando, dopo cena, stava per buttare nello scarico quel fondo di una bottiglia di coca-cola aperta la sera stessa che consapevolmente fino a quel momento non avevi bevuto?! Sì, dai. Ti ricordi di quando l’hai fermata perché ti faceva brutto buttare via qualcosa di ancora ingurgitabile e ti sei smezzata quel fondo di bottiglia con Vladiza peggio degli alcolisti?!

Dico ma: che MIZZICHINA (cit. Lauriza) avevi in mente?

Alle 4, per disperazione, con l’intento di ascoltare musica rilassante, hai inforcato il cellulare e invece di rilassarti sei finita sul canale youtube di nonapritequestotubo che ti rammento, in quel di Roma (concerto di Nutini),  hai consapevolmente schifato solo perché sapevi dei suoi trascorsi con WillWoosh. Sì, WillWoosh, lo stesso che adoravi prima di scoprire che buttava l’occhio ai video di CommunityChannel. Lo stesso che quando glielo hai fatto notare ti ha risposto nell'ordine: che gli dispiaceva tu ci fossi rimasta male, che in un video comunque lo accennava e che sì, traeva “ispirazione” da CommunityChannel ma dirgli che copiava sarebbe stato come dire a Picasso che copiava i Cubisti. Sì, lui-lui. Omiodioerailduemilanove.

Invece adesso, una notte di cinque anni dopo, finisci per spararti tutta la playlist di #bellodemamma di nonapritequestotubo e a ridere il più silenziosamente possibile in modo da non svegliare il tuo coinquilino, perché sai che se ti sentisse penserebbe che stai sognando di ridere e tu, sì tu-tu. Pronto?! Sì, tu. Tu ti sentiresti come quei cani che, distesi su di un fianco, sognando di correre producono quel tipico rumore di zampine che sfregano sul parquette. Ti-Ti-Ti-Ti. E non è Rino Gaetano.

Vite sprecate.

Ripeto: ma che MIZZICHINA (cit.) ti è venuto in mente ieri? Eh?

A presto
Causticissima.


Ps. (pausa) Lauriza (pausa convincente) SF-AMAMI!