S’aggiravano indisturbati in croati
fine settimana estivi: Vladiza, Lauriza e Caustiza. Loro tre assieme ad un pesco.
Un pesco nano. Sì, l’albero. Una presenza scomoda. Viaggiavano attraversando frontiere
mentre Lauriza mandava italianamente a quel paese ogni rappresentante
della frontiera croata che chiedeva loro i documenti.
Si dirigevano verso spiagge
croate portando con loro la loro italianità: risate, schiamazzi e disturbo
della quiete austriaca. Ad attenderli dieci presenze silenziose subito
interrotte da tre rumoreggianti.
C: vieni che l’acqua è fresca si
sta bene....
Vladiza raggiunse Caustiza, ormai già a dieci metri dalla riva e rivolgendosi verso Lauriza....
V: Luriza dai raggiungici si sta
benissimo!
Un austriaco si schiarì la voce
già stanco della loro ingombrante italianissima presenza.
Assieme ad altri 8 compagni, abbarbicato
sugli scogli, si trovava un austriaco esemplare sdraiato su di un lettino
portatile all’ombra di un ombrellone targato SevenUp. Croati i suoi supporti, austriache le sue origini. Era
presumibile che colei che gli giaceva al fianco fosse la moglie, sbracatissima
donna dall’eleganza discutibile, godeva anch’ella del refrigerio di quell’ombrellone.
Il sole batteva tenue al
mezzogiorno di un tiepido agosto ed il mare era fresco come solo i mari
contaminati da acque fluviali possono essere. Intorbiditi dai rigagnoli di
acqua dolce intenta a mischiarsi all’acqua marina. Sugli scogli un formicaio di
granchi si nutriva delle alghe che vi crescevano. Come cinesi, con le loro
bacchette si portavano il cibo freneticamente alle boccucce e lui ne era
affascinato.
Si alzò col fare di un biologo interessato
a comprendere ogni movimento di quella periferia del mare. Nell’intenzione di imparare ogni singolo gesto di quella comunità, se
ne stava proteso verso l’avanti come a formare un angolo retto. Questa volta l’ombra gli venne regalata dall’ingombrante cappello da
cowboy che indossava. Ma ancora non ne aveva abbastanza di quello spettacolo e oramai
accovacciato, continuava a puntare verso sud. Egli era un uomo dai bizzarri costumi, anzi dai costumi inesistenti. Così interessato alla natura da volerne fare parte, praticamente un
naturista.
Il trio stranezza, dalle
italianissime abitudini, a stento riusciva a distogliere lo sguardo da tale
spettacolo. Un interesse verso la natura quasi ricorsivo. Loro guardavano lui
che guardava i granchi che probabilmente guardavano le alici. Il tempo scorreva
veloce in quel continuo vagare di sguardi ma il trio stranezza poteva ugualmente scandirne
lo scorrere con il solo ausilio di quel, seppur timido, sole e dell’austriaca
meridiana.
Sì, quella meridiana a loro così
utile ed allo stesso tempo così scomoda, lasciata immota alla mercè della gravità che poco
indulgente continuava a rendere l’austriaco avventore una continua conferma della
precisione del suo popolo. Ad esempio, se qualche sprovveduto avesse potuto
chiedersi da che parte fosse il sud, egli gli avrebbe reso quel, seppur
piccolo, servizio senza il minimo sforzo. Un austriaco servizietto.
I suoi spettatori però non ebbero
cortesi riflessioni riguardo a tutta quella situazione ed anzi pensarono:
Senti bello, punto uno dì a tua moglie o chi per lei, di chiudere le gambe che fa corrente e punto due, sì, noi saremo
italiani schiamazzanti ma voi siete nudissimi austriaci e si da il caso che il sud sappiamo benissimo dove si trova.
A presto,
Causticissima.