giovedì 31 maggio 2012

Un pensiero fisso

Non ricordo bene il mese  in cui ti ho incontrato, invece, ho un ricordo vivido del momento in cui hai incontrato le mie labbra. E' stato il momento in cui ho capito che non averi più potuto fare a meno di te. Non mi sbagliavo, da quell'istante siamo stati l'uno appicciato all'altro. Noi eravamo sempre insieme, non c'era un momento della giornata in cui tu non ci fossi perchè anche quando fisicamente non c'eri ti avevo in mente: eri, e sei, un pensiero fisso.

L'apice del nostro idillio è durato non più di qualche mese: l'estate, la stagione degli amanti. Tuttavia, come narrava una canzone di Battiato "la stagione dell'amore viene e va" e in poco tempo il nostro rapporto è evoluto e sei diventato la quotidianità, la routine. Ammetto di averti dato per scontato ed in poco tempo ti ho perso. 

Dopo di te ce ne sono stati tanti, anzi, tantissimi e di tutti i tipi. Nessuno regge il confronto.

Domani è il primo Giugno ed è tornata la stagione che mi ha fatto innamorare ed ora voglio rivolgerti un pubblico appello, l'ultimo per riuscire ad ottenere quello che ho perso: Gelato da Marco, anzi gelateria "da Marco",  o meglio, Marco della gelateria "da Marco" quando apri una filiale a Udine?

venerdì 30 marzo 2012

Contabilità


Contabilità

Adesso è tutto così assurdo
sei fuori posto come un Curdo

Peggio di Catricalà


Contabilità
Un elemento imprescindibile
Per un'impresa molto stabile
Che punti all’eternità


Adesso è un lavoro davvero
Ma siamo partiti da zero
All’inizio era poca ragione
Nel vortice della passione
E fare e rifare il contonte

Per ore, per ore, per ore
Aver poche cose da dirti
Paura di a volte gestirti!

Ed io coi miei sbalzi d’umore

E tu con le solite storie

Smenarsi ogni due settimane

Bugie per farti venire

Ma a volte era meglio morire

Contabilità
Un elemento imprescindibile
Per un'impresa molto stabile
Che punti all’eternità

Adesso sembriamo due amici
Adesso noi siamo felici
Si litiga quello è normale
Ma poi si fa sempre il contone

Parlando di dare e di avere
Facciamo duemila preghiere
Tu a volte ritorni un foglietto
Ti strappo e ti butto di getto

Contabilità
Un elemento imprescindibile
Per un'impresa molto stabile
Che punti all’eternità…

To be continue,

Causticissima.

giovedì 29 marzo 2012

Solidarietà ciclistica

E’ arrivata la primavera: gli uccellini cinguettano, i corpi si svestono, i sellini delle bici si scaldano al sole, i fiori fioriscono e gli allergici allergicano. Che volete che vi dica? Mi investono. Anzi, mi vorrebbero eliminare in quanto BICI.

Io bici, loro pedoni.
Io bici, loro automobili.
Io bici, loro motorini.
Tutta una serie di categorie che vorrebbero eliminare le bici dalle strade e più in generale la bicicletta come mezzo di trasporto.

Non so da cosa l’ho capito. Forse dalle auto che se mi vedono accelerano per intimorirmi? O da quelle che fanno le false partenze agli stop perché non attraversi la strada davanti a loro? Credo più che altro siano gli sguardi. Io, bici, in qualsiasi spazio transiti, vengo guardata sempre con la stessa espressione: “Ma proprio qui devi passare?” E’ un po’ come se le biciclette fossero sempre il mezzo sbagliato nel posto sbagliato. Tanto per capirsi le macro casistiche sono 4:

Caso 1. Bici su strada.

“Caro ciclista non sei il benvenuto. La strada è fatta per le macchine: tu sei lento, occupi spazio e mi sa che puzzi anche un po’. Tu e tutta la tua attività fisica.”

Caso 2. Bici su marciapiede.
Caso 2. a. Marciapiede ciclabile.

“Hei guarda, una bici! Certo che sta BC non ha proprio rispetto per niente eh. Io povero pedone non ho nemmeno il diritto di deambulare alla cieca mentre scrivo al telefono”

Caso 2.b. Marciapiede non ciclabile.

“no, ma dimmi te! Un ciclista, ma non hanno le LORO piste ciclabili?! Io pago le tasse anche per le LORO piste, che le usino”

Caso 3. Bici su strisce pedonali.

Il pedone: “Ancora qui sei?non ti avevo detto di andartene? Bici avvisata mezza salvata.”
La macchina: “Non faccio passare quei miserabili di pedoni, figurati se faccio passare te!”

Caso 4. Bici su pista ciclabile.

“Caro ciclista io ho la valigia con le rotelle. Si da il caso che le rotelle siano due e siccome sono sia pedone che ciclo: smamma!”

C’è anche il capitolo mamme con bambini dai 2 ai 5 anni, tipicamente isteriche, iperprotettive e con pargoli ai primi passi. Te sei li con la tua bici che transiti sul marciapiede ciclabile e ti accorgi che a dieci metri da te c’è un bambino che percorre il marciapiede a zig zag. Rallenti e aspetti che la madre intervenga.

Non interviene.

Allora ti fermi e li sì che la mamma interviene, ma non sul bambino, su di te. Ti fissa, ti studia e dopo un’approfondita valutazione: ti odia. Tu, pirata dei marciapiedi che attenta all’incolumità del suo piccolo pargolo.

E come non menzionare il capitolo io BC tu CD! Ossia tu bici e loro iPod, iPod nano e iScolto in genere. Loro, i cidi, hanno le cuffie e giustamente non ti sentono arrivare; ti vedono all’ultimo e si spaventano:

“cacchio ma proprio qui devi passare?”
“Aridaje”

Poi logicamente si limitano a fissarti; di scansarsi per farti passare non se ne parla.

Comunque ci sono molti lati positivi dell’andare in bici. Intanto sei eco-chic che sta sempre bene. Salti sulle radical-chic degli alberi, non spendi in benzina, non ti incazzi se quelli davanti a te guidano troppo lentamente, troppo velocemente, troppo vicino a te, troppo lontano da te ecc. Ma soprattutto ti becchi scene del tipo piccioni che tentano il suicidio sotto le tue ruote e anatre che minacciano bassotti a passeggio.

E' un mondo molto più rilassato e cortese quello dei ciclisti. Tra ciclisti ci si lascia spazio per passare, e poi si sa, molti nemici molto onore…

Un abbraccio,
Causticissima.

mercoledì 22 febbraio 2012

somebody that i used to know

E' un po' che non riesco a scrivere. Ci ho provato ma non riesco. Non so, non mi viene naturale; forse non avevo niente da dirvi. Niente da condividere. Stasera invece sono in vena di confidenze.

Ripenso ai mesi che sono passati dalla mia laurea: 2. Se invece conto da quanti mesi sono tornata a Udine, beh allora si sale a 5. 5 mesi: nulla; eppure sono cambiate tante cose. Principalmente è cambiata la mia prospettiva di vita. Quando si è studenti si è combattutti da due sentimenti: il rimanere studenti il più a lungo possile e il non rimanerlo per poter finalmente essere pienamente indipendente. Adesso sono 3 giorni che "lavoro" e mi pongo un sacco di domande. Ad esempio: starò facendo la cosa giusta? è il lavoro adatto a me? che senso sta prendendo la mia vita?

Guardo il cielo dall'ufficio: lo vedo terso e azzurro e penso all'Australia. Mi da pace guardare il cielo, mi sembra che per lui sia tutto così facile. Sembra che il nostro sia un inutile affanno.

I "grandi spazi, immensi/E poi tornare qui riprendere la vita/dei giorni uguale ai giorni". Dell'Australia ricordo i momenti in cui guardavo l'immensità del mondo e ci trovavo tutto un suo senso. Ed è li che mi viene in mente la mia relatrice della Triennale che un giorno a lezione ci aveva detto "mio figlio ha passato l'ultimo anno a studiare come un pazzo e non so quanto fosse felice...cercate di fare quello che vi piace". Allora penso a Gheb che... cazzo, adesso che sono a Udine potrei vederlo e invece no! E mi viene un nervoso... penso che non avrei dovuto perdere tanto tempo e avrei dovuto agire, così almeno lo avrei potuto salutare. Poi mi faccio un po' schifo per quello che ho pensato ma ringrazio di essere ancora qui a poter godere della vita.

Tutto questo mentre cerco dare un senso a dei numeri. Mi sento fortunata ad avere un ufficio in cui andare ma allo stesso tempo mi chiedo se è veramente quello che mi piacerebbe fare. Adesso sono nella fase post-studente in cui si è divisi tra la voglia di tornare spensierati studenti e la voglia di avere una casa tutta mia.

Quale sarà il prossimo dilemma?


mercoledì 25 gennaio 2012

Giorno 2: Monate

Suddivido per aggiungere alcune immagini quasi Random.
La prima è una conferma che gli anni di studio non sono serviti e che non sono ancora capace di leggere. Davanti a questo muro... invece di leggere COLD BEER RULES ho letto GOLD beer rules.









I bambini vanno ingiro con una pettorina catarifrangente così come i ciclisti! Faccio notare che abbiamo rischiato di essere investiti dai ciclisti più e più volte tutto perchè in Germania le piste ciclabili sono sui marciapiedi.




Questa l'ho scattata solo per il barbaro... =)



E poi, ultima ma non la peggiore. Dal cartello è evidente che a Berlino per 12 monate bisogna pagare 75 euro. Poco conveniente ma sincero.




Un abbraccio,
Causticissima.

Giorno 2: Artisti metropolitani (underground)

L’obiettivo del secondo giorno era l’ottimizzazione. Il nostro tour prevedeva:
• La cupola del Bundestag: non fatta. Gratuita ma previa prenotazione informatica almeno 3 gg prima: troppa organizzazione per i nostri gusti.
• La porta di Brandeburgo: visitata con caduti al seguito. Viene riportato un ferito non ben identificato, il Dott. nega ogni responsabilità.



• Alexanderplatz: vista e ripiegato sulla fontana di Tritone

• Fontana di Tritone: vista. Il dott. si è inchinato al Dio di competenza, dico solo che era il 12. Anche in questo caso il dott. nega responsabilità o nesso tra la sua preghiera e l’isola del Giglio.





• Muro dell’east side gallery: visitato. Sottolineo che abbiamo anche avuto l’onore di poter vedere un’altra opera d’arte e per la precisione si trattava di una fumante versione di “merda d’artista”. Vi spiego. Dopo aver visitato il muro ci siamo incamminati verso la fermata della metro ed entrambi abbiamo notato un signore con due borse della spesa al seguito che si dirigeva verso un cartellone pubblicitario. Lo vediamo appoggiare le borse, portare le mani alla patta. Dott: “girati di là che quello piscia” Nemmeno il tempo di finire che “l’artista metropolitano” in una sola mossa aveva tirato giù pantaloni e mutande e così, in pubblico, senza tante storie… beh.. il resto lo lascio alla vostra immaginazione. Poco importa che a 1 minuto di distanza a piedi avrebbe potuto trovare uno dei pulitissimi bagni pubblici di Berlino (di cui parlerò nei prossimi post). Qui sotto vi ho messo la foto della fermata della metro di riferimento.




• Checkpoint charlie: Visto e allego la foto in cui mi appresto a fare il check.



Così sono arrivate le 21.00. La scelta del ristorante è caduta sul Cancun: un ristorante messicano con musica a tema in cui si è conclusa la serata. Insomma tra un Ricky Martin, una Rihanna degli albori, il meneito, la macarena e il Bacia il frocio ci siamo ubriacati. Aspettate, ubriacati di cibo. Infatti, dopo una prima importante portata a base di pesce ci siamo detti “beh è solo pesce:cena leggera. Spariamoci anche un dolce” scelta che ci si è ritorta contro dato che non solo abbiamo dovuto prendere un digestivo ma ci siamo ritrovati a ridere come due stupidi. Non so se ci abbiano drogati a nostra insaputa o se invece eravamo solo in eccesso di glucosio…Mah.


Comunque bisogna fare un’altra precisazione. Forse vi chiederete che canzone sia il Bacia il Frocio, bene. Il bacia il frocio è una canzone che era in voga quando Causticissima aveva 9-10 anni, passava le estati a Treppo Carnico con le cugine genovesi, si faceva passare le lumache da un braccio all’altro, catturava cavallette rinchiudendole nelle scatolette dei formaggini e guardava programmi modello La sai l’ultima? Non so se vi rivengono in mente quelle serate. Causticissima si ricorda molto bene una Pamela Prati che ballava proprio su questa canzone e faceva più o meno così o meno così: “Bacia il frocio tamboa. Te chiero tiki tiki tiki tiki-ta!” Ora avete capito? È proprio El tic tic tac.

9 anni e un destino già segnato.
Un abbraccio,
Causticissima.

Ps. Per onestà intellettuale devo dire che il testo diceva ben altro. Il testo: Bate forte o tambor eu quero tic tic, tic tic tic tic tic tic tac .

mercoledì 18 gennaio 2012

Giorno 1: I soliti Crucchi

Recentemente Causticissima si è recata in località tedesca. Chiaramente durante la vacanza ho fotografato più cartelli stradali che monumenti ed il primo giorno ho documentato quanto possano essere veritieri i seguenti luoghi comuni:

1. I Crucchi sono efficienti. All'interno del bagno femminile si poteva trovare un distributore di dentifricio a dito. Con un solo euro ci si può infilare una sorta di ditale spazzolino. Vi interesserà sapere che nel bagno maschile vi erano anche i preservativi!




2. I Crucchi sono organizzati. Riporto una foto scattata con il cellulare in cui si può notare un cartello. Su quel cartello c'è scritto: "Non-Israeli passports". Il secondo punto mi conduce al terzo.




3. I Crucchi non si dimenticano del passato. Infatti di fronte al bagno del Kebabbaro turco in cui ci siamo recati abbiamo trovato questa porta e sì, abbiamo mangiato in fretta.




A presto,
le pillole di Causticissima.