giovedì 27 febbraio 2014

23-Udine west side story



Non so se lo avete notato ma a Causticissima ogni tanto succedono delle cose con gli sconosciuti. No, non quel tipo di cose che state pensando voi. Lavatevi la fantasia con il sapone. No, anzi non fatelo…

Comunque probabilmente è Causticissima che è un po’ malata, che dal niente si immagina un sacco di improbabili scenari, tuttavia, le cose, giurin giurello, accadono sul serio. Ragazzi, Causticissima vede la gente morta. No scherzo…

Ad esempio, l’altro giorno Causticissima stava camminando per strada con il suo solito fare, ossia a ritmo velocissimo e con un mezzo sorriso abbozzato sul volto di cui magari parleremo in una altro post. Benissimo. Ora però ho bisogno che vi concentriate e che attingiate alla vostra memoria. Se ne avete una. Cioè se ne avete una di questa cosa specifica. Avete presente la colonna sonora di “Per un pugno di dollari”? dai sù, la parte fischiettata!
Allora facciamo una cosa, se non ce l’avete presente, smettete di leggere un attimo, ma solo un attimo, e cercatelo su youtube che ci serve per la narrazione.

Bene. Ora che siete eruditi, immaginate di essere con Causticissima su quel marciapiede. E non pensate sempre male. Insomma, state camminando tranquillamente, oddio, tranquillamente è una parola grossa. Dai, diciamo che state camminando, ad un certo punto sentite qualcuno che fischietta quel tema.
“fi-fiii-fi fi fi fi fi fi fiiiiii- fi fi….”
Causticissima si gira di scatto divertita, cerca una figura, la testa, gli occhi insomma qualcuno. Un essere dal quale possa uscire quel suono. Nessuno, in più improvvisamente la musica si è interrotta proprio prima delle ultime tre note. Vabbè, si dice Causticissima, "ti è già successo" e scusate le digressioni ma...

Caust-back: quando Causticissima aveva circa 17 anni, seduta al tavolo del Gianduia, pensava di sentire le voci. Infatti, dopo chili e chili di gelato ingurgitati allo stesso tavolo, una sera dopo un diluvio estivo improvvisamente: l’illuminazione. Causticissima e i suoi due fedeli compagni erano andati a sbafarsi il solito gelatino, ad un certo punto Lei, sente distintamente due persone che discorrono. Impossibile, si dice, "c’è solo un altro tavolino che dista circa 7 metri". Una volta esposto il cruccio ai suoi due accompagnatori Causticissima viene derisa.

“Eh Causticissima senti anche le voci. Sei messa bene.”

Un po’ come Cassandra non viene creduta, le viene quasi spontaneo gridare ai 4 venti “il re Mida ha le orecchie d’asino – il re Mida ha le orecchie d’asino” ma si trattiene. Ma Causticissima non si arrende, dopo approfondite valutazioni degli spazi, delle distanze, di tentativi di letture di labiali dei probabili incriminati Causticissima... getta la spugna. Inconsolabile, alza gli occhi al cielo ed eccolalla. Come la Madonna, le appare la soluzione. Le volte. Il palazzo al di sotto del quale sono posti i tavolini del Gianduia stanno proprio sotto dei soffitti a volte di conseguenza se ci si trova ai lati opposti è possibile origliare con disinvoltura le altrui conversazioni.

E direte voi, ma a me di tutta sta storia che mi frega? Beh, diciamo che, forte di questa sua esperienza, figlia del suo passato, genitrice della sua consapevolezza e via andare, quel giorno, sì quel giorno sul marciapiede di via Gorghi, Ella era certissima che nuovamente non potesse sbagliarsi.

Ma non perdiamo il filo del discorso. Ce lo avete ancora presente il fischiettamento? Bene.
Causticissima si gira la seconda volta, con fare disinvolto ma meno convinto della prima volta. Di nuovo parte la musichetta ma prima che finisca, proprio nel momento in cui si aspetterebbe l’ultimo “Fi fiiiiiii” delle bale di fieno che rotolano e degli spari provenienti da dietro le sue spalle, Causticissima si gira e quello cessa. Il suono proviene da lontano ma non lontanissimo, dal lato opposto, il sinistro della strada. Praticamente il West side di via Gorghi.

Ma chi è? Chi diamine è? C’è solo uno sparuto passante ma lui non può essere. Lui non ha le labbra unite pronte a fischiettare e non sembra che le abbia appena disgiunte. Ma Causticissima lo ha sentito. Ve lo giura. “Un giorno l’uomo volerà ti dico. Io l’ho visto. Ci sono stato!” Causticissima, smettiamola con queste associazioni mentali.

Di nuovo Causticissima si gira e la musica cessa. Lui cessa. E’ un lui. Magari è una lei che cessa ma secondo Causticissima è un lui. È lui.
Una volta e cessa.
Due volte e cessa.
CessI sempre sul più bello, ma lo fai di proposito? Stai guardando Causticissima? Ti sta divertendo? Però scusa, adesso che abbiamo fatto Udine West side story potevi almeno infilarti un paio di stivali da cow boy e cominciare a ballare a caso per strada. Tanto ormai fatto trenta, facciamo trentuno.

No? Niente? Eh allora è ufficiale, caro il mio cesso di passante, lo fai solo perché hai intuito che Cautissima non sa fischiare!

A presto,
Causticissima.

martedì 25 febbraio 2014

24 - I denti

Cari denti Causticissima vi ama.
Bianchi, meno bianchi, irregolari, perfetti, denti che hanno visto un apparecchio, denti divertenti, denti grandi, denti della stessa altezza, denti da cavallo, denti rientranti, denti sporgenti, denti dietro ad una bocca larga, denti più gengive che denti, denti macchiati, denti con carisma, denti così sbiancati da riflettere luce blu, denti rifatti, denti...

La prima cosa che Causticissima guarda in una persona sono i denti. Alcuni la colpiscono di più altri di meno e non sono necessariamente i denti più regolari e bianchi.  I denti hanno una personalità.  I denti ti danno un tono. 50 sfumature di bianco... o giallo per i più sfurtunati.

Insomma, Causticissima ha una passione sfrenata per i denti. Cioè non è che Causticissima si comporta come quei feticisti della biancheria intima che si fanno mandare le mutande usate e poi se le sniffano di nascosto. Anche perchè l'analogia sarebbe quantomeno assurda. Della serie invitare gente a cena e mettere un sacco di prezzemolo nei piatti avendo la recondita speranza che qualche pezzetto di spezia rimanga incastrato tra gli interstizi dentali dei commensali, solo per il gusto di fargli notare la cosa e godersi l'ispezione.
 "Oh sì, pulistici i denti. Passati la lingua più a fondo. Sì, proprio lì negli anfratti. Sì così. Di più, di più. E ora più lento più cauto. Ohhhhhh!"

No, non una passione così. Però la prossima volta che venite a cena in casa Causticissima, controllate bene il vostro piatto. Potrebbe esserci del prezzemolo.

A presto.
Causticissima.

lunedì 24 febbraio 2014

25 - Amori senza filtro

"Vengo a prenderti stasera con la mia Torpedo blu POTI-POTI" Diceva Gaber.
"Andavo a 100 all'ora per trovar la bimba mia BLEM BLEM BLEM BLEM - BLEM BLEM BLEM BLEM" Diceva Morandi.

Storie basate su mezzi di trasporto e suoni gutturali. Ma l'amore checcos'è?

 "Che cos'è l'amor? é la Ramona che entra in campo...." Diceva Capossela.

Ramona, eri affascinante. Bella no, scusa ma non eri bella, eri un tipo. Una giovane donna di circa 17 anni. Ti vedevo spesso coi tuoi amici. Tu avevi così tanti amici. Sostavate spesso in Piazza Libertà a Udine. Eri usa appisolarti sui gradini, ai piedi delle statue.

Mi piaceva osservarti, i tuoi gesti, le tue risa. Mi piacevano le tue movenze, l'intenzione che vedevo nel tuo sguardo sempre rivolto verso l'altro. Anzi, l'Altro, con la A maiuscola, perchè con te vedevo sempre gente nuova, gente... gente. Io non t'avevo mai conosciuta e non avrei mai avuto il coraggio di chiederti il nome. Poi Ramona mi sembrava ti si addicesse. Un nome composto da due parti: "Ra" come il Dio sole egiziano, perchè tu eri la mia luce, il mio faro a giorni alterni, praticamente un lampeggiante. E poi "Mona", beh, questa parte che te la spiego a fare!

"Fiorivi, sfiorivano le viole!" Tu eri la mia viola, sfiorita. Avevi bisogno di un ricostituente ed infatti ti inaffiavi con cura, quasi tu fossi consapevole di questa tua condizione. Deglutivi litri di "fertilizzante" dal collo di una bottiglia di vetro da 33 cc. Tu e la tua gente. Inoltre di recente ti eri tinta la frangetta di verde, e già in poco tempo, grazie forse al fertilizzante al doppio malto che tracannavi di continuo, ti si vedeva la ricrescita. Che donna florida.

E poi amavi i cani, ma non quelli piccoli, no tu amavi i cani grandi. Quelli alti a pelo corto maculato color interiora. Quelli che portavi a spasso legati ad un guinzaglio fatto di spago. Io desideravo conoscerti, il mio sentimento era un po' come quel libro Più lontana della luna  tu eri il mio amore da lontano.

Ma si sà tutti gli amori finiscono, non avermene Ramona, è questione di probabilità. L'amore è difficile da comprendere. Prima ti prende e poi se ne va, come noi due. Una parola di troppo e tutto finisce. L'amore è labile. Psico-labile.

Quel giorno parlavi con la tua amica, anche lei vestita di nero, portava dei vestiti larghi e lisi dall'utilizzo, proprio come te. Parlavate con uno spiccato accento di UDINE-CITTA'-APERTA con quel fare svagato che aveva la compagna di Carlo Verdone in Un sacco bello "vole sapè se stamo affà le orge!". Parlavate di un uomo, di certo non io, poi quella frase di troppo...

"cioè, capisci, è una cagata no... però, capisci, lui mi ha sempre offerto una cicca, capisci?! Anche se era l'ultima che aveva nel pacchetto! nel senso no?!"

Essì Ramona quello sì che è amore ma, io... io.... io non fumo e mi sa che a te puzza pure l'alito.

A presto.
Causticissima.













26 - La felicità è

La felicità è una giornata di sole dopo una settimana di pioggia.
La felicità è la condivisione del cibo con un amico.
La felicità è un angolo di verde dietro a dei gradini in pietra.
La felicità è il sole in faccia.
La felicità è il vento.
La felicità è una collina su una macchina cabrio.
La felicità è il cielo che corre.
La felicità è la vita semplice.

Happines is only real, when shared.


La felicità è svegliarsi la mattina presto, soprattutto d'inverno, con l'aria fresca che entra in gola. 
La felicità è correre in bicicletta con la musica nelle orecchie e le braccia aperte.
La felicità... La felicità è rendersi conto che di braccia ne spieghi solo una  perchè se stacchi la seconda mano dal manubrio cadi rovinosamente sull'asfalto e  a quel punto, sei in bicicletta, il tizio dietro di te sicuramente crederà tu stia per girare ma non ci sono svolte e allora...

"ma cosa apri le braccia a fare, mona? ma che fai, parli da sola? ah no, canti! Canti? Oddio questa è squinternata! No, aspetta non lo è, ora c'è una svolta, adesso svolta-adesso svolta, non investirla. No, non svolta. Allora svolta alla prossima. No, non è nemmeno questa e poi continua a cantare. Ma cosa canti? e cosa mi guardi ridacchiando fra te e te? SORNIONA! No, questa è decisamente squinternata adesso la supero."

La felicità è rendersene conto dopo averlo fatto circa 1000 volte.

A presto
Causticissima.

mercoledì 19 febbraio 2014

27 - Piove, Avvento!



Che il Friuli fosse un luogo piovoso lo sapevamo già. Sapevamo che in questa stagione avrebbe piovuto, sapevamo che i contadini, giustamente, si sarebbero lamentati. Sapevamo che il riscaldamento globale, le calotte polari, i chupacabras… e tutto un rosario di “sapevamo”, ave Maria gratia plena, AMEN.
Ciò non toglie che non ci aspettavamo queste piogge torrenziali, diciamolo. Anzi, tropicali. È così umido che potremmo cominciare a coltivare piantine di riso dentro gli stivali. Riso aromatizzato, cotto al vapore, praticamente colto già precotto: colto-cotto e mangiato.

Ieri veniva giù a secchiate e Causticissima, previdente, aveva deciso di andare a lavoro a piedi approfittando di una tregua dall’acqua. Tempo di girare l’angolo e aveva già ricominciato. Causticissima quanto sei previdente!

Arrivata all’attraversamento pedonale, il cui semaforo segnalava l’obbligo di fermarsi, Causticissima si scontra con l’ombrellone di un tipo sulla trentina mai visto prima con un sacchetto dell’immondizia messo sullo zaino a mo’ di isolante.

Causticissima: “Ah mi scusi non l’avevo vista”
Lui: “Figurati è che piove a vento!”
Pensieri di Causticissima: Piove avvento?! Piove evento?! No, evento non lo può dire visto che piove sempre. Ah, piove a vento. Io lo chiamo il fenomeno della pioggia orizzontale ma ci siamo capiti. Prego continuare ad annuire sorridendo.
Lui: “Come ti chiami?” Porge la mano
Causticissima: “Causticissima” Gli stringe la mano
Lui: “Nome e cognome” [PAUSA] “Ma sei di qua?”
Causticissima: “sì, sì”
Lui “Ah no, sai il nome…” Ma dai? Non me lo dire…
Causticissima: “ è qui in ferie?”
Lui: “ no, sono in cerca di compagnia!”Causticissima grida dentro di sé AWKWARD (imbarazzante e strano allo stesso tempo) ma lui non percepisce.
Causticissima:“Ah…” Vieni verde, vieni verde, vieni verde.

Viene effettivamente il momento di attraversare la strada e Causticissima inserisce il turbo!

Lui imperterrito: “Ma passi spesso di qua?”

Causticissima gli ha già dato qualche metro di distanza, si volta e mentendo risponde: “no, non sempre”.

Essendo in ritardo, corre, corre camminando. Corri, Causticissima, corri.  Poi una voce da lontano.

Lui: “Ma quando ti rivedo?” Ma come quando mi rivedi?! Ci siamo appena conosciuti.

Comunque in tema di sconosciti è stata peggio quella volta in cui pioveva di brutto, brutto, brutto. Quell’altra volta in cui una volta arrivata in ufficio è stato necessario strizzare i calzini e svuotare gli stivali. 

Sempre la solita solfa.
Minaccia pioggia, Causticissima non vuole arrivare in ritardo a lavoro. Inforca la bici con il suo impermeabile verde pisello (dal gusto sopraffino) … (l’impermeabile eh) e parte alla volta dell’ufficio. Alla seconda svolta comincia a cadere acqua a secchiate. Causticissima si dice “è come prima, finisce subito” non finisce. Per tutta la strada slavina (termine tecnico friulano) che Dio la manda (la provenienza di Dio decidetela voi).

Arrivata a stento a destinazione, appena appoggia i piedi a terra Causticissima si accorge che l’impermeabile verde pisello, comprato al reparto pesca del Decathlon, ha convogliato tutta l’acqua che le è caduta addosso verso il fondo dei suoi stivali. Non farti scoraggiare Causticissima.

Assicurata la bici al 1° palo disponibile, corre in ufficio ancora con l’impermeabile addosso, senza nemmeno aprire l’ombrello, tanto ormai è inutile. Al portone d’ingresso incontra un tizio che inspiegabilmente le sorride comprensivo:
“Giornata difficile eh” Beh, empatico sto tipo eh. Grazie caro che ti preoccupi per me e non ci conosciamo nemmeno.

Causticissima entra in ascensore, schiaccia il pulsante per raggiungere il 2° piano dell’edificio e distrattamente si gira verso lo specchio: meraviglia! Le si palesa una tipa vagamente riconoscibile nella sua persona:  sguardo stravolto, capelli raccolti in una coda sfatta e fradicia, un pastrano verde pisello quantomeno imbarazzante ed infine un rigagnolo di mascara (ovviamente non waterproof), applicato appena 10 minuti prima, che le percorre il volto fino agli zigomi.

E dire che quel giorno non pioveva neanche a vento!

A presto,
Causticissima.

domenica 16 febbraio 2014

28 - Please don’t let me be Miss-understood - presentazioni da orbi



La prima impressione è quella che conta si sa. E Causticissima, maldestramente, fa molta impressione la prima volta che la si incontra.

Intanto partiamo dal nome, cara LaMadre sappi che non hai agevolato le presentazioni attribuendo un nome così strano a Causticissima. Anche se, dopo aver passato l’infanzia aspettando l’età adulta per poter finalmente cambiare il nome all’anagrafe in Sara, Causticissima ha realizzato che non è poi così male chiamarsi con un nome così strano.

Tuttavia, se hai un nome un po’ particolare tutti fanno le stesse domande che sono, in ordine di presentazione, queste:
·         Ma sei straniera? “noooooo” enfatico
·         Allora tua mamma o tuo papà sono stranieri? “nooooo” molto enfatico
·         E come mai questo nome? Qui il discorso può deviare in tanti sensi che vi risparmio.
·         E cosa vuol dire?

E a questo punto si potrebbe aprire una parentesi lunghissima sul “e che cosa vuol dire?” dato che per anni Causticissima ha pensato che il suo nome volesse dire casta e pura che, diciamolo, passati i 18 anni suscitava qualche risolino di troppo. Della serie “Sì, magari una volta” “hihihi ti piacerebbe!” ecc. Motivo per cui, ad un certo punto della sua vita, Causticissima ha deciso di fare una ricerca più accurata il cui risultato è che il nome di Causticissima vuol dire “colei che è alla ricerca del proprio principe” praticamente una condanna. Grazie LaMadre, volevo dirtelo.

Insomma per continuare il filone, Acccausticissima perché non chiudi quel forno, in sede di presentazione sono capitate anche queste situazioni.  

Situazione uno.
“scusa, ti chiami?”
“Causticissima”
“Ah ma sei straniera?”
“No e se mi stai per chiedere cosa vuol dire il mio nome….”
“no,no. Non te lo stavo per chiedere” LOOOOOOL. Stroncata sul nascere.

Situazione numero due. Si metta agli atti che l’interlocutrice era albanese.
Causticissima: “Ah ti chiami Landjjjjksijsh (nome albanese mai sentito che comunque non è il caso io posti per motivi di privacy)”
Landjjjjksijsh: “e tu ti chiami Causticissima, ma sei italiana?”
Causticissima: “nooooooo!” molto enfatico

Sguardi sbigottiti da parte dell’unica persona che conoscevo delle 5 che avevo di fronte. Causticissima rapidamente riascolta nel suo cervello la conversazione, miodddio hai un disturbo dell’attenzione, operazione rimedio.

Causticissima: “no spetta, è che di solito mi fanno la domanda opposta, sono italiana”
Imbarazzo dilagante!

Poi ci sono quelle domande di inizio conversazione che tutti subiscono. Quelle domande a cui, evidentemente, siete tutti preparati, Causticissima, altrettanto evidentemente, no.  Ad esempio di recente parlando con un ragazzo che Causticissima conosce di vista:

Lui: “cosa fai nella vita? Cosa farai? Cosa hai fatto di bello?”
Causticissima: “Cavolo domande importanti, a quale devo rispondere?”
Lui: “decidi tu a quale rispondere”
Flusso di coscienza di Causticissima: Ok, adesso cosa gli dico? Gli dico che lavoro, no che poi sembro una che non ha una vita. Gli dico che mi piace scrivere ma poi fa troppo intellettuale che poi bisogna anche vedere COME uno scrive e magari se leggesse qualcosa di quello che scrivo non gli piacerebbe e quindi non è il caso che gli dica cosa scrivo che poi si intavola una conversazione infinita. Gli dico che leggo. No, di nuovo troppo intellettuale e comunque sembra che io non abbia una vita o che me la tiri che io odio quelli che se la menano o che se la ricreano come dice il mio coinquilino insomma… Ma io ho una vita? Sì Causticissima ce l’hai. Dai digli che… digli che stai progettando quel viaggio. No, anzi, digli che hai comprato quel nuovo strumento per imparare a suonarlo… digli, digli….”

Causticissima: “Mah lavoro….” ok adesso aggiungici qualcosa, che hai scelto di dire la cosa peggiore che potevi dire
Causticissima: “e poi usciamo” Momento di sbigottimento. Oddio mi viene il sospetto che lui stia pensando che quella è una proposta. Lo sta pensando? Cavolo è probabile. Aggiungici qualcosa che poi ci sono questi misunderstandings che ommioddio ti prego Causticissima dì qualcosa.  

Causticissima: “cioè, NOI usciamo!” ecco così va meglio. No, spetta. Altro momento di silenzio imbarazzante. Gli ho chiesto di uscire e non me ne sono accorta? Non volevo. Devo smetterla con ‘sti flussi di coscienza. In pratica non si capisce una fava di quello che voglio dire, dalla mente alla bocca ho un imbuto attraverso il quale le frasi si fondono in un intrico indecifrabile di parole messe a caso.

Beh, ma mai come quell’altra volta ragazzi. Quell’altra volta è stata epica. Cose ufo. Siete pro-siete pro-siete pro- siete pro- siete pronti per lo show!

Bene. Causticissima passa la serata con dei tipi, ammettiamo di aver superato la soglia di tolleranza dell’alcol, si fermano a dormire a casa mia e in qualche modo bisogna piazzarli no? Posto che ognuno dorme per conto suo, chiaro... Allora parte il toto materassi!

Lui: “Causticissima non è che hai un altro materasso?”
Causticissima: “Il mio!”
L’altro: “attenzione momento proposte!”

Please don’t let me be Miss-Understood. PARARARARAAAAA PARARARA RARA.

A presto
Causticissima.

sabato 15 febbraio 2014

29 – In un mondo in cui si è persi, nuovi inizi

Bella, bella sta canzone eh. Bellona. Bellissima. ‘Na figata. E le giornate che Causticissima ha passato a canticchiarla fra sé e sé?! E quelle fra sé e gli altri?! Ne vogliamo parlare? No, dico, ne vogliamo parlare? Poi però l’altro giorno…

“Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri, PA-PA-PAAAAA non accontentarmi di piccole gioie quotidiaaaaaneeeee”

Come scusa? Stavi dicendo Franco?

“fareeeeee come un eeeeeremitaaaa che riiiiiinuncia a sé”

Ma perché Franco? Perché? Parliamone. Dopo anni di passione fra di noi, permettimi di dissentire. Anzi, io DIS- SENTO. Io ti DIS-SENTO. Dissentiamoci. Facciamo come quel film di Verdone: Perdiamoci di vista. Dissentiamoci. Dissentiamoci Franco. Perdiamoci di vista e dissentiamoci, tu, gli eremiti, gli euclidei e le passioni preadamitiche. La passione nella gola e l’eros che si fa parola. Sì, oggi Dissento. Anzi, io dissenterò perchè adesso ti sto sentendo a dirla tutta. Dissenterò? Beh adesso un po’ sta canzone mi fa anche dissenterare effettivamente.

Perché dovrei rinunciare a me o peggio, non godermi le piccole gioie quotidiane? In un mondo in cui si è persi.

In un mondo in cui si è persi, Causticissima  fa un esperimento: 29 giorni di piccole gioie quotidiane. Disavventure. Misunderstandings. Piccole disgrazie di cui è giusto ridere. Il lato comico della vita insomma.

Cominciamo subito da una delle cose in cui è più brava Causticissima: non tacere quando invece sarebbe il caso.

Qualche giorno fa Causticissima era a lavoro, come sempre del resto, ma era giusto per contestualizzare. Bene, notando l’abbigliamento particolarmente elegante di un suo collega uomo comincia a fare apprezzamenti. Un complimento non si nega mai a nessuno. Ma non limitiamoci ad un apprezzamento Causticissima, fai anche la simpatica, no? Eh! Eddai. Anche l’altra tua collega due giorni prima si è presentata a lavoro vestita particolarmente bene perché era andata dal ginecologo per cui…

Lei: ah che bene che sei vestito oggi!
Lui: Grazie, hai visto che figurino!
Lei: Che devi fare di bello stasera? Cenetta con tua moglie?

NdC(austicissima) sorride. Ammicco-ammicco. Sorride ma già dovrebbe cogliere.

Lui: … no no...

Vago, temporeggia, è un po’ compìto ma sicuramente sta preparando una della sue solite battute. Adesso ci facciamo una risata. Sì, sì, ci facciamo proprio una risata. 

Lei: Allora? Appuntamenti galanti?
Lui: .. eh no!

Di nuovo Causticissima nota una sorta di imbarazzo nello sguardo dell’interlocutore ma ancora non coglie.

Lei: ma sei vestito così da questa mattina? Non ti ho visto. Stamattina non sono venuta in pausa caffè.
Lui: eh si, sai che non sono uno che si cambia d’abito durante la giornata.
Lei: ahaha, si infatti. Scommetto che sei stato dalla ginecologa anche tu oggi!

NdC ride forte. Grasse risate per lei. Ride delle proprie battute. Riderissimo. Il pubblico non la segue ma lei è abituata a queste cose, lo fa da sempre. 

Ride, ride convinta che ora riderà anche lui. Maddonna la battutina del secolo. Cacchio gli ho cambiato la giornata. Adesso torna alla sua scrivania ridacchiando pure lui. Un uomo dal ginecologo, che immagine ilare. Ilarità che si spreca. Si spreca? Si sta sprecando? Nooo, si sta sprecando! C’è qualcosa che non quadra Causticissima, ora te ne sei accorta anche tu ed eccolo, eccolo che sgancia la bomba.  Schiude le labbra, prende fiato eeeeeee…Sentitela arrivare:

 Lui: eh no! Veramente stamattina [PAUSA] Stamattina, sono stato ad un funerale.

Segue riga di scuse per l’indelicatezza. 

A presto.
Causticissima.