Non so se lo avete notato ma a Causticissima ogni tanto
succedono delle cose con gli sconosciuti. No, non quel tipo di cose che state
pensando voi. Lavatevi la fantasia con il sapone. No, anzi non fatelo…
Comunque probabilmente è Causticissima che è un po’ malata,
che dal niente si immagina un sacco di improbabili scenari, tuttavia, le cose,
giurin giurello, accadono sul serio. Ragazzi, Causticissima vede la gente
morta. No scherzo…
Ad esempio, l’altro giorno Causticissima stava camminando per
strada con il suo solito fare, ossia a ritmo velocissimo e con un mezzo sorriso
abbozzato sul volto di cui magari parleremo in una altro post. Benissimo. Ora
però ho bisogno che vi concentriate e che attingiate alla vostra memoria. Se ne
avete una. Cioè se ne avete una di questa cosa specifica. Avete presente la
colonna sonora di “Per un pugno di dollari”? dai sù, la parte fischiettata!
Allora facciamo una cosa, se non ce l’avete presente,
smettete di leggere un attimo, ma solo un attimo, e cercatelo su youtube che ci
serve per la narrazione.
Bene. Ora che siete eruditi, immaginate di essere con
Causticissima su quel marciapiede. E non pensate sempre male. Insomma, state
camminando tranquillamente, oddio, tranquillamente è una parola grossa. Dai,
diciamo che state camminando, ad un certo punto sentite qualcuno che fischietta
quel tema.
“fi-fiii-fi fi fi fi fi fi fiiiiii- fi fi….”
Causticissima si gira di scatto divertita, cerca una figura,
la testa, gli occhi insomma qualcuno. Un essere dal quale possa uscire quel
suono. Nessuno, in più improvvisamente la musica si è interrotta proprio prima delle
ultime tre note. Vabbè, si dice Causticissima, "ti è già successo" e scusate le digressioni ma...
Caust-back: quando Causticissima aveva circa 17 anni, seduta al tavolo del Gianduia, pensava di sentire le voci. Infatti, dopo chili e chili di gelato ingurgitati allo stesso tavolo, una sera dopo un diluvio estivo improvvisamente: l’illuminazione. Causticissima e i suoi due fedeli compagni erano andati a sbafarsi il solito gelatino, ad un certo punto Lei, sente distintamente due persone che discorrono. Impossibile, si dice, "c’è solo un altro tavolino che dista circa 7 metri". Una volta esposto il cruccio ai suoi due accompagnatori Causticissima viene derisa.
“Eh Causticissima senti anche le voci. Sei messa bene.”
Un po’ come Cassandra non viene creduta, le viene quasi spontaneo gridare ai 4 venti “il re Mida ha le orecchie d’asino – il re Mida ha le orecchie d’asino” ma si trattiene. Ma Causticissima non si arrende, dopo approfondite valutazioni degli spazi, delle distanze, di tentativi di letture di labiali dei probabili incriminati Causticissima... getta la spugna. Inconsolabile, alza gli occhi al cielo ed eccolalla. Come la Madonna, le appare la soluzione. Le volte. Il palazzo al di sotto del quale sono posti i tavolini del Gianduia stanno proprio sotto dei soffitti a volte di conseguenza se ci si trova ai lati opposti è possibile origliare con disinvoltura le altrui conversazioni.
E direte voi, ma a me di tutta sta storia che mi frega? Beh,
diciamo che, forte di questa sua esperienza, figlia del suo passato, genitrice
della sua consapevolezza e via andare, quel giorno, sì quel giorno sul
marciapiede di via Gorghi, Ella era certissima che nuovamente non potesse
sbagliarsi.
Ma non perdiamo il filo del discorso. Ce lo avete ancora
presente il fischiettamento? Bene.
Causticissima si gira la seconda volta, con fare disinvolto
ma meno convinto della prima volta. Di nuovo parte la musichetta ma prima che
finisca, proprio nel momento in cui si aspetterebbe l’ultimo “Fi fiiiiiii”
delle bale di fieno che rotolano e degli spari provenienti da dietro le sue
spalle, Causticissima si gira e quello cessa. Il suono proviene da lontano ma
non lontanissimo, dal lato opposto, il sinistro della strada. Praticamente il
West side di via Gorghi.
Ma chi è? Chi diamine è? C’è solo uno sparuto passante ma
lui non può essere. Lui non ha le labbra unite pronte a fischiettare e non sembra
che le abbia appena disgiunte. Ma Causticissima lo ha sentito. Ve lo giura. “Un
giorno l’uomo volerà ti dico. Io l’ho visto. Ci sono stato!” Causticissima,
smettiamola con queste associazioni mentali.
Di nuovo Causticissima si gira e la musica cessa. Lui cessa.
E’ un lui. Magari è una lei che cessa ma secondo Causticissima è un lui. È lui.
Una volta e cessa.
Due volte e cessa.
CessI sempre sul più bello, ma lo fai di proposito? Stai
guardando Causticissima? Ti sta divertendo? Però scusa, adesso che abbiamo
fatto Udine West side story potevi almeno infilarti un paio di stivali da
cow boy e cominciare a ballare a caso per strada. Tanto ormai fatto trenta,
facciamo trentuno.
No? Niente? Eh allora è ufficiale, caro il mio cesso di
passante, lo fai solo perché hai intuito che Cautissima non sa fischiare!
A presto,
Causticissima.