Salita a bordo dell'aereo
avrei dovuto gridare “A Manetta” ma di manetta ce ne era solo
una, non era una birra e non era un taglio, quella manetta era
Causticissima. Adesso Causti ringraziatemi perchè sono una donna e
posso dirlo senza che voi subito pensiate ad incontri ravvicinati del
terzo tipo con le hostess.
Finirà, presto finirà,
la fine è vicina... dicevano sarebbe durato poco. Dicevano che il
tempo sarebbe volato e invece ci rimane solo la speranza. La speranza
che finisca...
“Finita, è finita, sta
per finire, sta forse per finire. (Pausa). I chicchi si
aggiungono ai chicchi a uno a uno, e un giorno, all'improvviso, c'è
il mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio. (Pausa).
Non possono più punirmi. (Pausa).”
Le
parole iniziali di Finale di partita
di Beckett Causti tornano alla mente che in quel momento realizza
che quei chicchi le si stanno accumulando tutti sulle spalle e poi...
un giorno, all'improvviso, c'è il mucchio, un piccolo mucchio,
l'impossibile mucchio.
Scenario: siamo nel terzo
volo, l'ultimo da prendere per poter raggiungere la meta.
Causticissima è sfinita. Il primo volo (circa 2 ore) ha avuto
turbolenze normali, il secondo volo (circa 8 ore) turbolenze indotte
da manette ed il terzo ed ultimo (circa 4 ore) si sta rivelando il
fratello piccolo del secondo.
È la 12° ora di volo e
Causticissima ha dei piccoli collassi di sonno. Narcolessie dettate
da un velivolo dove finalmente riesce ad allungare le gambe e ad
appoggiare la testa. Narcolessie che durano poco perchè presto, proprio come sul precedente velivolo,
arrivano le....
-TURBOLENZE-
Causticissima si sveglia,
di nuovo. Guarda la sua vicina di posto. Sente anche lei le
turbolenze, anche se la fonte siede proprio dietro il sedile di
Causticissima. Ha uno sguardo compassionevole quasi a dirle “non so
mica come fai?!” anche se probabilmente il mica non è mica
traducibile nella sua lingua.
Ma ecco che Causticissima dorme di
nuovo. Stavolta stile cavalla, senza nemmeno appoggiarsi allo schienale.
Dopo quasi 24 ore senza riposo, si tratta di sopravvivenza, non di
narcolessia.
-TURBOLENZE DI NUOVO-
Si sveglia. Tira un
sospiro e dentro di se comincia a scrivere i 1001 modi per far
smettere le turbolenze e nemmeno uno di questi implica un azione non punita penalmente. In questa panacea di
omicidi, si riaddormenta di nuovo ma stanno per
tornare
-TURBOLENZE-
Ed ecco che i chicchi sono diventati "un mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio". Senza nemmeno redersi
conto, ancora nel sonno, si gira verso la madre del pargolo che, nel contempo,
imperterrito, continua a schiacciare con audacia e tutta la forza che
ha in corpo il monitor touch screen posizionato sullo schienale del
sedile di Causticissima. Lei, la madre, ride. È una madre
ridacchiante. Il suo sorriso viene subito smorzato dal contatto con
lo sguardo assassino di Causticissima che farfuglia:
“I'm sorry...”
sta per articolare una
frase con un “but” e un “fuck” in mezzo ma dalla faccia
spaurita della ex madre ridacchiante e da quella sorpresa e
spalleggiante della sua vicina di posto, realizza che quello non è
un sogno.
La ridacchiante nemmeno
le fa finire la frase che comincia a scusarsi per suo figlio... “quel
Puar Frut”, pensa Causticissima, ma che sicuramente nel cervello
della ex Madre ridacchiante non definisce Puar Frut in quanto le sue
origini non glielo consentono: Puare femine!
"non possono più punirmi"
"non possono più punirmi"
I love kids... al forno e in salsa rosa.
Ucci ucci...
A presto,
Causticissima aka Nuvola che corre aka
Signora Manetta... il tatuaggio continua, non ci saranno schiene che
tengano: me ne faccio uno mega. Anzi uno manga. Anzi, mi faccio solo
una manetta, una manetta manga.
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