mercoledì 10 giugno 2015

I'm sorry but...TURBOLENZE


Salita a bordo dell'aereo avrei dovuto gridare “A Manetta” ma di manetta ce ne era solo una, non era una birra e non era un taglio, quella manetta era Causticissima. Adesso Causti ringraziatemi perchè sono una donna e posso dirlo senza che voi subito pensiate ad incontri ravvicinati del terzo tipo con le hostess.

Finirà, presto finirà, la fine è vicina... dicevano sarebbe durato poco. Dicevano che il tempo sarebbe volato e invece ci rimane solo la speranza. La speranza che finisca...

“Finita, è finita, sta per finire, sta forse per finire. (Pausa). I chicchi si aggiungono ai chicchi a uno a uno, e un giorno, all'improvviso, c'è il mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio. (Pausa). Non possono più punirmi. (Pausa).”

Le parole iniziali di Finale di partita di Beckett Causti tornano alla mente che in quel momento realizza che quei chicchi le si stanno accumulando tutti sulle spalle e poi... un giorno, all'improvviso, c'è il mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio.

Scenario: siamo nel terzo volo, l'ultimo da prendere per poter raggiungere la meta. Causticissima è sfinita. Il primo volo (circa 2 ore) ha avuto turbolenze normali, il secondo volo (circa 8 ore) turbolenze indotte da manette ed il terzo ed ultimo (circa 4 ore) si sta rivelando il fratello piccolo del secondo.

È la 12° ora di volo e Causticissima ha dei piccoli collassi di sonno. Narcolessie dettate da un velivolo dove finalmente riesce ad allungare le gambe e ad appoggiare la testa. Narcolessie che durano poco perchè presto, proprio come sul precedente velivolo, arrivano le....

-TURBOLENZE-

Causticissima si sveglia, di nuovo. Guarda la sua vicina di posto. Sente anche lei le turbolenze, anche se la fonte siede proprio dietro il sedile di Causticissima. Ha uno sguardo compassionevole quasi a dirle “non so mica come fai?!” anche se probabilmente il mica non è mica traducibile nella sua lingua.

Ma ecco che Causticissima dorme di nuovo. Stavolta stile cavalla, senza nemmeno appoggiarsi allo schienale. Dopo quasi 24 ore senza riposo, si tratta di sopravvivenza, non di narcolessia.

-TURBOLENZE DI NUOVO-

Si sveglia. Tira un sospiro e dentro di se comincia a scrivere i 1001 modi per far smettere le turbolenze e nemmeno uno di questi implica un azione non punita penalmente. In questa panacea di omicidi, si riaddormenta di nuovo ma stanno per tornare

-TURBOLENZE-

Ed ecco che i chicchi sono diventati "un mucchio, un piccolo mucchio, l'impossibile mucchio". Senza nemmeno redersi conto, ancora nel sonno, si gira verso la madre del pargolo che, nel contempo, imperterrito, continua a schiacciare con audacia e tutta la forza che ha in corpo il monitor touch screen posizionato sullo schienale del sedile di Causticissima. Lei, la madre, ride. È una madre ridacchiante. Il suo sorriso viene subito smorzato dal contatto con lo sguardo assassino di Causticissima che farfuglia:
“I'm sorry...”
sta per articolare una frase con un “but” e un “fuck” in mezzo ma dalla faccia spaurita della ex madre ridacchiante e da quella sorpresa e spalleggiante della sua vicina di posto, realizza che quello non è un sogno.

La ridacchiante nemmeno le fa finire la frase che comincia a scusarsi per suo figlio... “quel Puar Frut”, pensa Causticissima, ma che sicuramente nel cervello della ex Madre ridacchiante non definisce Puar Frut in quanto le sue origini non glielo consentono: Puare femine!

"non possono più punirmi"

I love kids... al forno e in salsa rosa.
Ucci ucci...


A presto,
Causticissima aka Nuvola che corre aka Signora Manetta... il tatuaggio continua, non ci saranno schiene che tengano: me ne faccio uno mega. Anzi uno manga. Anzi, mi faccio solo una manetta, una manetta manga.

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