martedì 23 giugno 2015

Il cielo in una stanza e climi ventilati

Per continuare la saga del "mi sento molto italiana" vi comunico che ho giustappunto cominciato una produzione di pane fatto in casa. Non vorrei mai che lo stereotipo degli italiani che stanno sempre a cucinare, mangiare e a gesticolare facendo un gran casino, sfumi per via di una sparuta donna italiana ad Edmonton, Alberta.

La necessità di produrre pane fatto in casa è dettata dal fatto che il pane qui, come ormai nella gran parte del Friuli, è quasi sempre prodotto industrialmente e tendenzialmente acquistato in comodi dispenser in plastica. Non riuscirò mai ad esprimervi abbastanza il mio disgusto per quel pane mollissimo, senza crosta e pieno di alcol  etilico (utlizzanto come conservante). In tempi universitari ed in seguito in tempi di lavoro intensissimo, me ne sono nutrita come i pesci con il loro mangime ma perdonatemi, ho peccato, molto peccato, per questioni di sopravvivenza!

Già in Italia avevo provato ad assemblare dei panini di mia produzione con dei risultati direi pessimi che mi avevano permesso di ingurgitarne il risultato e non di godermene il sapore. Un po' come diceva un mio conoscente del suo laptop: "il mio computer è PORTABILE non portatile". Per via del suo altissimo peso specifico. Ecco, diciamo che anche i miei panini erano ad altissimo peso specifico.

Ma tutto questo è finito.

PANINI BUONI: SO PROUD!
Sono orgogliosa di presentarvi i miei primi panini buoni e non solo commestibili. Ci sono margini di miglioramento ma sono sulla strada giusta.



Per farvi capire il tipo di pane che producevo prima, eccone un assaggio (disgustoso):
Panino commestibile dal gusto e consistenza deprecabili


Panino "portabile" ad altissimo peso specifico
























Inoltre, vi annuncio che ho anche cominciato a far crescere il lievito madre. Eccolo qua:
Il mio bambino: la sua prima smorfietta!
Il mio piccolo ha una settimana. Non è bellissimo? Si chiama Zio Billy. Il nome lo ha deciso MrRancic e deriva dal fatto che mentre cercavo di fargli il bagnetto -al lievito non a MrRancic- ho dichiarato: "Zio Billy, non esce!". MrRancic non deve aver sentito la virgola, e forse nemmeno il punto esclamativo, e così è successo come per quella diceria che ognuno si sceglie il proprio nome prima di nascere: lui ha voluto nascere con quella consistenza ingestibile? e mo' si tiene sto nome!

So che ora vi starete chiedendo come faccia un lievito madre ad essere Zio Billy ed al contempo essere figlio delle mie mani (e di qualche miliardo di battere che ci vive dentro). Però ragazzi, adesso, non posso mica darvi tutte le risposte! E poi che ci devo fare io se ho il lievito tipo lo spirito santo:   uno e trino!?

Comunque, il segreto della buona riuscita di un pane che si confaccia allo stereotipo di un'italiana gesticolante in Canada, è - come sempre- youtube. A tal proposito vi consiglio moltissimo un canale: VivaLaFocaccia. Giuro che non mi pagano ma se proprio volessero farlo non mi offendo. Sono disposta a rilasciare le mie coordinate bancarie: accorrete numerosi.

Inoltre, a parte youtube, da quando ho scoperto come accedendere la luce del forno -ieri Miss Impedita ce l'ha fatta- la qualità della lievitazione devo dire che si è diretta verso altri orizzonti. Infatti, vi faccio notare che all'interno di un forno munito di luce accesa si crea un bel clima di 25-30 gradi che favorisce la lievitazione. Si vede che anche i batteri sono italiani che vi devo dire...

A tal proposito, ieri, mentre cucinavo il pane,  la mia coinquilina ha espresso la sua intenzione di acquistare una piscina esterna da mettere in giardino. Ce n'è già una ma è una Hot Tub, ossia una vasca idromassaggio, che attualmente si trova posizionata su di una serie di lastre di legno che hanno fatto la loro storia e che si sa mai che generino le giovanissime cascate dell'Alberta.

In prima instanza, e memore del fatto che siamo in estate, pertanto, "Pare faccia caldo", la sua idea mi sembrava buona, poi però ho realizzato come ero vestita e ho realizzato che la questione non è affrontabile.

Quindi lei ancora non lo sa, ma io, la piscina, la voglio nel forno.

Precisamente nel forno munito di luce accesa così si crea quel bel clima di 25-30 gradi.
Un clima caldo.
Un clima caldo ma non ventilato.
Un clima caldo ventilato in un forno potrebbe essere troppo.
Troppo anche per un'italiana gesticolante come me.
In fin dei conti, ricordiamoci sempre che sono udinese!

A presto,
Causticissima. 

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